venerdì 13 agosto 2010

Puledro morellino

Se sul vitigno non ci sono dubbi, visto che sempre del toscanissimo sangiovese si tratta (della varietà "piccolo", mentre a Montepulciano e Montalcino va il "grosso"), sull'origine del nome ancora si discute. Morellino come il colore del vino, rosso rubino scuro (un po' come è accaduto per il Brunello), oppure Morellino come la razza dei cavalli montati dai butteri, i cowboys maremmani? Nel dubbio, io ho abbinato il rosso di Scansano, prodotto nell'entroterra grossetano tra i fiumi Albegna e Ombrone, con del filetto di puledro alla griglia.

Un maremmano schietto e loquace
Prodotto dalla Cantina Coop. Vignaioli del Morellino di Scansano, storica cantina sociale nata nel 1978 assieme alla Doc (dal 2007 Docg) e oggi composta da circa 152 soci conferitori, questo figlio della vendemmia 2008 ha colore rosso rubino molto limpido e brillante, con riflessi scuri e discreta consistenza.
Servito in un calice di media ampiezza a 15-16°C, conquista subito con gli aromi varietali del vitigno, che rimandano alle marasche e ai piccoli frutti di bosco, su tutti il ribes, accompagnati da sfumature terrose e di rosa canina e da un'accattivante nota speziata.
In bocca è fresco, il tannino scivola sul palato senza graffiare, accompagnato da tutte le piacevoli sensazioni percepite al naso: frutta rossa, pepe nero e alla fine la piacevole sensazione di rigirarsi tra la lingua il succulento nocciolo di un'amarena matura.
Invita alla beva e invoglia a mangiare. Perfetto con le carni alla brace e con le "casciotte" di pecora fresche o mediamente stagionate tipiche dell'Italia centrale, io la mia mezza bottiglia (3,90 € al Bennet di Lecco) l'ho onorata con del filetto di puledro al sangue. Un po' troppo dolciastra per questo vino "da costata fiorentina" ma comunque binomio assolutamente più che dignitoso.